Alfa Romeo 6C è una serie di automobili, presentata nel 1925, che nelle varie versioni ed evoluzioni è stata prodotta dall'Alfa Romeo negli stabilimenti del Portello dal 1927 al 1953.
La sigla "6C", che sta per 6 cilindri, descrive il frazionamento del motore con cui tutti i modelli vennero equipaggiati, sia pur con differenze sostanziali tra le serie, a partire dalla cilindrata, continuamente aumentata dai 1500 cm3 originari fino ai 2500 cm3.
Nell'autunno del 1924 non si era ancora spenta l'eco dei trionfi della Alfa Romeo P2, che Vittorio Jano ricevette dalla direzione dell'Alfa Romeo l'incarico alla progettazione di una "vettura leggera economica con prestazioni brillanti" destinata a sostituire il modello "RM".
La 6C progettata da Jano per raggiungere le desiderate prestazioni brillanti sfruttava il rapporto potenza-peso piuttosto che un motore potente in senso assoluto.
Su un telaio in acciaio, leggero e resistente, erano montate sospensioni ad assale rigido su balestre semiellittiche davanti e dietro e un rivoluzionario motore sei cilindri in linea con valvole e albero a camme in testa di soli 1500 cm3 con 44 CV. Successivamente venne incrementata la cilindrata a 1750 e poi 1900 cm3 e vennero utilizzate testate bialbero, compressori volumetrici e componenti ausiliari in lega leggera per aumentare le prestazioni.
A metà anni '30 le vetture della serie 6C vennero totalmente riprogettate rimodernando il telaio introducendo le sospensioni a quattro ruote indipendenti per la prima volta in assoluto in Europa e montando un nuovo motore bialbero 2300 cm3 di cilindrata, aumentata pochi anni dopo fino a 2500 cm3.
La denominazione dei modelli seguì uno schema ben preciso per tutta la durata della produzione: 6C, ovvero il numero di cilindri, il valore approssimato della cilindrata che ne seguiva gli aumenti progressivi, l'indicazione di uno dei tre allestimenti e del conseguente livello di potenza disponibile, il tipo di carrozzeria montato ed eventualmente la firma del carrozziere che l'aveva realizzata.
Le auto, durante tutta la produzione, vennero vendute sia come semplice autotelaio da far carrozzare a piacimento o, successivamente, come vetture complete con diverse versioni di carrozzeria. Per questo motivo le 6C di tutte le serie furono dotate di carrozzerie dei tipi più disparati come torpedo, berline chiuse, spider, coupé, cabriolet, berlinette e anche berline di rappresentanza. Le vetture di tutte le serie hanno stili molto diversi tra loro sia perché realizzate da carrozzieri, e quindi designer, diversi e sia perché costruite in un arco di tempo molto lungo (1927-1950) in cui è cambiato molto anche il modo di intendere le automobili. Su tutte le vetture, dall'inizio alla fine della produzione, il volante era posto a destra, come normale all'epoca.
Il punto di forza di tutte le vetture della serie, ma soprattutto dei primi modelli, era il vantaggioso rapporto potenza-peso che le rese delle concorrenti competitive e vincenti in tutti i tipi di gare; dalle gare su strada come la Mille Miglia alle competizioni di durata in pista come la 24 Ore di Spa-Francorchamps.
Il primo autotelaio, denominato "NR" in omaggio all'ingegner Nicola Romeo, proprietario dell'azienda, e solo in seguito alla fuoriuscita di Romeo dall'azienda rinominato "6C 1500", fu presentato al Salone automobilistico di Milano nell'aprile del 1925 e, in autunno, anche nei saloni di Parigi e di Londra. A causa di alcuni ritardi nella predisposizione dello stabilimento del Portello alla produzione la prima vettura completa non fu consegnata ai clienti fino al 1927.
La nuova vettura sfrutta un telaio semplice ma leggero e resistente a longheroni e traverse in acciaio stampato con sezione "a C", un sistema di sospensioni con assali rigidi all'anteriore e al posteriore, molle a balestra semiellittiche e ammortizzatori a frizione e freni a tamburo a comando meccanico a pedale sulle quattro ruote a raggi da 19". Era disponibile nella versione a passo corto da 2900 mm e versione a passo lungo da 3100 mm. La fabbrica offriva di serie una carrozzeria chiusa a quattro o a sei posti oppure l'autotelaio da far carrozzare come il cliente desiderasse.
La nuova vettura fu equipaggiata con un motore sei cilindri in linea totalmente nuovo progettato con criteri così avanzati che rimase in produzione, pur aggiornato, fino al 1933 e ottenne numerose vittorie in gare di ogni tipo. Il primo modello era dotato di basamento in alluminio, monoblocco e testata (fissa) in ghisa con valvole di aspirazione e scarico in testa comandate da un albero a camme, sempre in testa, azionato da un alberino di rinvio verticale dotato di doppia coppia conica, posto dietro il monoblocco. La cilindrata esatta era 1487 cm3 (alesaggio x corsa: 62 x 82 mm), di poco inferiore di 1,5 litri, da cui il nome 6C 1500. Questo motore sviluppa 44 CV a 4200 giri/min, una potenza e un regime di rotazione eccezionalmente elevati in rapporto alla cilindrata e all'anno di produzione grazie alla ridotta cilindrata unitaria (250 cm³) che aveva aumentato del 200% circa la resa termica rispetto agli standard dell'epoca.[2] Il motore venne abbinato ad un cambio a quattro marce con integrato il freno a mano che agiva sulla trasmissione.
Il primo esemplare consegnato ai clienti e utilizzato per le foto pubblicitarie fu una torpedo realizzata dalla Carrozzeria Nord Italia che durante i collaudi nell'inverno del 1927 raggiunse i 110 km/h.
Come si addice ad un'Alfa Romeo, anche la neonata 6C 1500 venne impiegata nelle competizioni e nel 1928 venne lanciata la più specializzata versione Sport con 54 CV di potenza a 4400 giri/min., 10 in più della 1500 Normale, seguita poco dopo dalla ancor più spinta Super Sport.
La Sport aveva una nuova testata smontabile e non più fissa con due alberi a camme, sempre comandati da un alberino e due coppie coniche, con valvole inclinate fra loro di 90°, camere di scoppio emisferiche e rapporto di compressione aumentato. Non era la prima volta in assoluto che un'Alfa Romeo sfruttava queste soluzioni tecniche ma per la prima volta vennero applicate su un'auto di serie, pur numericamente contenuta. Venne anche spostato il serbatoio della benzina dietro l'assale posteriore e al suo posto venne montato un serbatoio più piccolo per alimentare a caduta il carburatore doppio corpo.
Su questa meccanica vennero spesso montate carrozzerie sportive 2 posti, molto spesso realizzate da Stabilimenti Farina e Castagna con il brevetto Weymann, un telaio in legno con giunti elastici coperti da pannelli di pergamoide o similpelle, che risultava più leggero delle carrozzerie tradizionali e faceva sfiorare loro i 130 km/h.
Il debutto sportivo della 6C 1500 Sport avvenne il 6 giugno del 1927 sul neonato Circuito di Modena quando la Sport era ancora un prototipo equipaggiato con il motore bialbero sperimentale. Alla partenza erano schierate due vetture, una per Attilio Marinoni e una per Enzo Ferrari, che vinse la gara di 360 km davanti al compagno di squadra in 3,20'25" alla media di 107,601 km/h.
La Super Sport è la versione ancor più spinta della Sport, ancora con motore aspirato ma con rapporto di compressione aumentato e diverso carburatore doppio corpo che sviluppava 60 CV a 4800 giri/min. e faceva raggiungere ai leggeri spider i 135 km/h. La 6C 1500 Super Sport Spider Zagato del 1928 fu la capostipite delle spider Alfa Romeo, intese come automobili sportive scoperte due posti, che avrà famose eredi come Giulietta Spider e Duetto.
Dopo Sport e la Super Sport vennero costruite due nuove versioni pensate espressamente per le competizioni: la Super Sport Compressore e la Super Sport Compressore "Testa Fissa". La Super Sport Compressore si basava sulla Super Sport ma montava anche un sistema di sovralimentazione con compressore volumetrico a lobi Roots che aumentava la potenza a 76 CV a 4800 giri/min. e faceva raggiungere alle vetture i 140 km/h.
Questo modello è noto anche come Mille Miglia Speciale perché proprio con la prima di queste leggere Spider con carrozzeria Zagato condotta da Giuseppe Campari e Giulio Ramponi, l'unica con compressore iscritta, nel 1928, l'Alfa Romeo registrò la prima di undici vittorie nella Mille Miglia.
Il tallone d'Achille della Super Sport Compressore, come di altre vetture del periodo del resto, era rappresentato dalla qualità dei materiali di cui erano fatte le guarnizioni per cui non era possibile aumentare oltre un certo limite il rapporto di compressione, pena durante l'intenso uso agonistico bruciare la guarnizione della testata causando il ritiro. Per ovviare al problema Vittorio Jano sviluppò una versione del motore con compressore e testata fissa capace di 84 CV a 5500 giri/min, che, non essendo presente la guarnizione della testata, non poteva perdere compressione o bruciare la guarnizione stessa. Le vetture su cui vennero montati questi motori, note come 6C 1500 Super Sport Compressore "Testa Fissa", erano tutte spider capaci di raggiungere i 155 km/h.
Oltre a quella nella Freccia Rossa 1928 arrivarono molte altre vittorie per la 6C 1500 nei vari allestimenti sportivi tra cui la 24 Ore di Spa, con alla guida Boris Ivanowski e Attilio Marinoni, e i circuiti di Alessandria e di Modena, con Enzo Ferrari al volante, e numerosi piazzamenti tra cui due secondi posti di Giuseppe Campari alla Targa Florio e alla 24 Ore di Le Mans. Ovviamente la carriera sportiva non terminò nel 1928 ma continuò per diversi anni nelle mani di validi piloti privati.
Prima che fosse sostituita dalla sua erede con cilindrata maggiorata, la 6C 1750, del modello 6C 1500 furono prodotti 1.075 esemplari stradali di cui 171 Sport, 15 Super Sport, 10 Super Sport Compressore e 6 Super Sport Compressore "Testa Fissa".