The Blues Brothers - I fratelli Blues (The Blues Brothers) è un film commedia musicale del 1980 diretto da John Landis e interpretato da John Belushi e Dan Aykroyd.
«Siamo in missione per conto di Dio.»
Chicago, 1980. Appena scarcerato dalla Joliet Prison in regime di semilibertà dopo avere scontato tre anni di reclusione per una rapina, Jake "Joliet" Blues, ex leader di un gruppo musicale rhythm and blues, la Blues Brothers Band, con il fratello Elwood, viene da esso prelevato a bordo di una Dodge Monaco del 1974, acquistata a un'asta di auto usate della polizia di Mount Prospect, che diventa la nuova Bluesmobile, l'auto della band, al posto della vecchia "Caddy", una Cadillac, scambiata da Elwood con un microfono.
I due fratelli si recano presso l'orfanotrofio cattolico dove sono cresciuti, nel centro di Chicago: qui la suora Mary Stigmata, da loro chiamata "la Pinguina", chiede loro di aiutarla a trovare 5.000 dollari, somma necessaria a pagare le tasse arretrate dovute al fisco ed evitare la chiusura della struttura. Inizialmente i due contano di trovare la somma con facilità, ma le cose si complicano quando la Pinguina dice loro chiaramente che non accetterà denaro rubato, ma solo acquisito onestamente.
Curtis, un dipendente dell'orfanotrofio, consiglia ai due di recarsi nella chiesa battista di Triple Rock per trovare un'ispirazione sul modo di guadagnarsi la somma. Giunti nella chiesa durante una funzione, dopo una travolgente esibizione del reverendo Cleophus James, Jake riceve la "rivelazione divina": per recuperare i soldi per l'orfanotrofio devono rimettere assieme la Blues Brothers Band, riunendosi ai loro vecchi compagni, ora tutti onesti lavoratori con una buona situazione sociale e suonare di nuovo insieme, destinando i proventi delle esibizioni a saldare il debito fiscale dell'orfanotrofio. Per questo motivo Jake ed Elwood, da questo momento, dichiareranno di essere "in missione per conto di Dio".
Dopo essere sfuggiti all'inseguimento di due poliziotti distruggendo un centro commerciale e all'attacco a colpi di lanciarazzi da parte di una "donna misteriosa", riescono a raggiungere la loro camera d'albergo, che ha la finestra all'altezza di una linea della sopraelevata lungo la quale passa un treno ogni pochi secondi (il loop, l'anello interno della soprelevata di Chicago).
Il giorno successivo, dopo essere sopravvissuti ad un altro attacco da parte della "donna misteriosa", che distrugge il loro appartamento prima che la polizia vi faccia irruzione per arrestarli, iniziano la loro missione. La sezione ritmica della band (Murph, Donald "Duck" Dunn, Steve "The Colonel" Cropper, Willie "Too Big" Hall e Tom "Bones" Malone) viene ritrovata a suonare all'Holiday Inn con il nome di "Murph and Magic Tones", mentre sta eseguendo nell'indifferenza generale una cover di Quando quando quando. Il trombettista Alan Rubin, "Mr. Fabulous", che ha trovato lavoro al raffinato ristorante francese Chez Paul come maître, accetta di ritornare a suonare con la band solo dopo che Jake ed Elwood, dopo essersi recati al locale e aver infastidito rumorosamente gli altri clienti, minacciano di tornare a mangiare «a pranzo, cena e colazione tutti i giorni della settimana».
Sulla strada per raggiungere il chitarrista Matt "Guitar" Murphy e il sassofonista Lou "Blue" Marini, che lavorano in una tavola calda di proprietà di Matt e di sua moglie, la Bluesmobile s'imbatte in una manifestazione del "Partito Socialista Americano dei Bianchi", definiti da Elwood "i nazisti dell'Illinois" (e come tali si presentano). I Blues Brothers, spazientiti, fanno irruzione tra i militanti del partito, che stanno occupando un ponte, costringendoli a gettarsi in acqua per non essere investiti.
Finalmente riunita, la band compra gli strumenti e gli amplificatori al Ray's Music Exchange, pagando tramite cambiali e si reca al Bob's Country Bunker, un locale riservato alla musica country, spacciandosi per i Good Ole Boys, la band country che dovrebbe esibirsi nel locale quella sera. Dopo aver tentato di eseguire un pezzo blues, venendo per questo pesantemente fischiati e bersagliati con oggetti di vario genere, il gruppo ottiene comunque un buon successo improvvisando brani country orecchiabili, che fanno sciogliere in lacrime gli avventori del locale, ma non viene pagata perché, a detta del proprietario del locale, ha consumato più birra di quello che ha guadagnato, per cui ora gli devono 100 dollari.
Ricercati dalla polizia, dalla "donna misteriosa", dai "nazisti dell'Illinois" e dai veri Good Ole Boys (sopraggiunti nel frattempo, in ritardo), i Blues Brothers decidono di rivolgersi al loro vecchio amico e agente di spettacolo Maury Sline, che, anche se di malavoglia, decide di far tenere loro un concerto nella Sala Grande del Palace Hotel, in grado di ospitare 5000 spettatori.
Dopo aver girato tutta la contea per promuovere il concerto che si sarebbe svolto la sera stessa, aiutati anche dai bambini dell'orfanotrofio, la Bluesmobile finisce la benzina e così i due sono costretti a spingerla per ore, rischiando di non arrivare in tempo per il concerto. Grazie allo sforzo pubblicitario, il Palace Hotel è gremito di pubblico, ma tra gli spettatori sono appostati anche i Good Ole Boys e la polizia, cosicché Jake ed Elwood sono costretti a entrare passando dal bagno delle donne (nel frattempo Curtis ha intrattenuto il pubblico con la canzone Minnie the Moocher). Una volta in scena, eseguono Everybody Needs Somebody to Love di Solomon Burke nella versione di Wilson Pickett (citato anche a fine canzone) e Sweet Home Chicago di Robert Johnson nella versione di Magic Sam, riscuotendo un travolgente successo.
Si accorgono, però, che la polizia ha circondato la sala, quindi cercano di trovare un sistema per uscire senza farsi vedere, venendo brevemente fermati dal presidente di una società discografica, che gli allunga un anticipo di 10000 $ per un contratto con la sua compagnia. I due accettano, prendono la somma necessaria per estinguere le cambiali nonché stipendiare la band e scappano da una botola nel palco. Mentre attraversano le fogne per fuggire si imbattono nella "donna misteriosa", che si rivela essere l'ex fidanzata di Jake, da lui abbandonata sull'altare. La donna sta per ucciderli, ma Jake la inganna con il famoso "monologo delle cavallette", nel quale le spiega perché non si era presentato al matrimonio:
«Non ti ho tradito, dico sul serio. Ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tight, c'era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c'è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette, non è stata colpa mia, lo giuro su Dio!»
Al termine del monologo, per l'unica volta in tutto il film, Jake si toglie gli occhiali da sole e fissa con uno sguardo la ragazza, che per un attimo abbassa l'arma che stava impugnando, per poi baciarla ed abbandonarla nuovamente. I Blues Brothers iniziano quindi una rocambolesca fuga, inseguiti dall'ex fidanzata di Jake, da «tutte le forze dell'ordine dell'Illinois», dal camper dei Good Ole Boys e dalla Ford Pinto dei "nazisti dell'Illinois", in un infernale caos che coinvolge decine di automobili. I Blues Brothers arrivano infine al Richard J. Daley Center di Chicago, dove salgono al 102º piano per pagare le tasse dovute dall'orfanotrofio.
Nel frattempo un'armata giunta da cielo, da terra e dal lago Michigan, composta da centinaia di poliziotti armati fino ai denti, esercito, marina, aviazione, pompieri, corpi speciali e incursori della SWAT si è gettata al loro inseguimento e, proprio nel momento in cui viene timbrata e consegnata la ricevuta delle tasse pagate, i due fratelli vengono raggiunti dalle forze dell'ordine che, spianando loro addosso ogni genere di armi, li arrestano.
Alla fine la Blues Brothers Band al completo è in prigione e suona per i compagni detenuti il brano Jailhouse Rock di Elvis Presley, scatenando un'ennesima baraonda.
Una replica della Bluesmobile
La "Bluesmobile" è una Dodge Monaco 440, con motore V8 da 7200 cm³ (440in³) erogante 375 cv (280 kW). La targa dell'Illinois, serie 1979, è spesso ripresa in primo piano e ha la sigla BDR 529, ossia "Black Diamond Riders 529".
La Bluesmobile è capace di mirabolanti esibizioni; in una scena tagliata si vede Elwood parcheggiarla in una cabina di trasformazione del "L train" - la metropolitana sopraelevata di Chicago - e in sottofondo si ode il ronzio dei trasformatori (scena voluta da Aykroyd). L'impressione che Aykroyd voleva dare era che l'auto assorbisse energia dai trasformatori, ma il regista John Landis non ritenne necessario dare spiegazioni commentando semplicemente: È magica! ("It's just a magic car!").
In effetti la "Monaco 440" era una vettura dalle notevoli prestazioni e ben pochi trucchi vennero utilizzati (nella scena del volo all'indietro venne usata una copia in fibra di vetro); per esempio nella scena dell'inseguimento sotto alla sopraelevata di Chicago si vede per un attimo il tachimetro segnare quasi 120 miglia orarie (poco più di 190 km/h) e l'azione si svolse e venne filmata realmente a tale velocità.
Vi è una curiosità riguardo alla traduzione italiana del dialogo in cui Elwood elogia la nuova Bluesmobile:
«Motore truccato, sospensioni rinforzate, paraurti antistrappo, gomme antiscoppio e cristalli antiproiettile. E non c'è neanche bisogno dell'antifurto perché ho collegato tutti i contatti con la sirena. Allora, che ne dici? È la nuova Bluesmobile, o no?»
Nello spezzone in cui nella versione italiana Elwood parla dell'antifurto e della sirena, nell'originale inglese dice invece che "la macchina è stata costruita prima dell'utilizzo dei catalizzatori quindi usa benzina normale". Dato che nel 1980 in Italia ben pochi sapevano dell'esistenza delle marmitte catalitiche, l'aver sostituito tale spezzone di dialogo è comprensibile.
Secondo la leggenda venne acquistata da Elwood nel 1979 (dettaglio non citato nella sceneggiatura, la battuta di Elwood dice "a marzo", "last spring" nella versione originale) a un'asta della Polizia di Mount Prospect, Illinois, cittadina della contea di Cook. In realtà la produzione acquistò delle vetture usate, normali e anche della Polizia, ma non dell'Illinois, bensì della California, cosa che si evince anche dal colore degli interni, un beige chiaro venduto nelle zone assolate di quello Stato per evitarne il surriscaldamento. Per la realizzazione del film furono utilizzate 12 vetture, secondo altre fonti 13, quasi tutte distrutte. L'unica "superstite" autentica, probabilmente la vettura di riserva mai utilizzata nel film, è di proprietà del cognato di Dan Aykroyd.
Durante la lavorazione del film uno degli attori (di cui non è stato reso noto il nome) guidò una delle Bluesmobile per oltre 100 miglia prima d'essere arrestato; l'auto, irregolare e con targa finta, fu requisita e la produzione dovette affrontare un lungo procedimento legale per farsi restituire il veicolo ed ottenere il rilascio dell'attore, con il regista John Landis che fu più preoccupato per la macchina che per l'attore.